martedì 7 maggio 2013

In Russia c'è da morir dal ridere (10)

Nella stanzetta in cui Aleksej Maksimovič Peškov, meglio conosciuto come Maksim Gor'kij, scriveva le sue opere, ma soprattutto dove decideva se i manoscritti degli altri andassero bene o meno, c'è un tavolo con una teca di vetro. Quando la mia signora si è avvicinata per guardare meglio, ha subito detto ridacchiando una cosa che ho capito come «Ma toh, ma guarda, Gor'kij era un cocainomane».
Preso così alla sprovvista, sono andato a vedere anch'io, e sotto la teca c'era un barattolino pieno di roba bianca, con un pennello a lato. E allora ho capito che prima non avevo capito e, ricontrollando per bene sulla guida plastificata che avevo preso all'ingresso la data precisa del soggiorno a Capri dello scrittore, mi sono battuto una manata sulla fronte esclamando: «Ma toh, ma guarda, Gor'kij era un coccoinomane

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