lunedì 29 ottobre 2012

T.U.I.T. (1)

Stamattina c'avevo una cosa da fare, e l'avevo fatta, pressapoco, ma non ci riuscivo bene, mi restava un dubbio e allora non sapevo mica bene se potevo avvisare l'amica che mi avrebbe fatto il favore di prendere una cosa che mi serviva. Sì, l'avevo calcolata a spanne ma non ero proprio certo che andasse bene, che fosse tutto in regola. Così mi stavo aggirando per casa, scaravoltando svuotatasche, sventrando cassetti, ribaltando scatole, versando il contenuto di barattoli, ma non riuscivo a trovare quel che mi serviva per togliermi sto dubbio.
Allora in un piccolo lampo, mentre rovistavo nel cestino della frutta secca in cucina, ho proprio pensato, distintamente, Ecco, se c'avessi l'iPad anch'io, un bell'iPad nuovo fiammante, ci troverei subito dentro la funzione righello, magari con tanto di unità di misura differenti, così nel caso potrei pure sfoggiare proprietà di vocaboli, elasticità mentale e una certa dose d'internazionalismo, e alla fine prenderei la misura e risolverei il dilemma.
Poi son tornato normale.

L'acronimo di questa nuova rubrica, l'avrete intuito, è Tecnovillano Utilizzo Improprio della Tecnologia.

p.s.: ovviamente il righello nell'iPad c'è, ma devi scaricarlo come app...

giovedì 25 ottobre 2012

Trucchi della borghesia (73)

Quelli che chiedono i classici con il titolo originale tipo: "ce l'hai The Great Gatsby?", oppure "ce l'hai Rouge et noir?" o peggio, il classico "ce l'hai Catcher In The Rye?" impostando pure tutta la pronuncia.

(di viadellaviola, una libraia)

lunedì 22 ottobre 2012

Trucchi della borghesia (72)

I berretti sportivi mentre guidano sulle decappottabili.
Troppo comodo.
Se vogliono davvero vincere il vento con eleganza li vogliamo coi cilindri, i trilby, i fedora, i panama, o almeno le bombette.

sabato 20 ottobre 2012

L'ennesimo libro della fantascienza: la scuola del futuro

La seconda settimana di presentazione dei tablet nella nostra scuola, l’IIS “G.Luosi” di Mirandola, ha visto alternarsi le classi prime dell’Istituto. [...] Agli studenti più giovani ho proposto una sequenza un po’ più ludica permettendo loro di trovare autonomamente le funzioni multimediali come le immagini e i filmati, audio e giochi. Solo successivamente ho introdotto la scrittura, sempre con Polaris Office e la lettura scaricando, quando è stato possibile, un racconto di genere fantascientifico, “Alta Scuola Per Bambini”, che l’autrice Rosalba Cocco e Barabba Edizioni ci hanno permesso di distribuire sulla piattaforma d’Istituto.
Continua qui. Son cose che fanno inorgoglire.

giovedì 11 ottobre 2012

Nel nome del padre (12)

Prima di addormentarsi:
Ester: "Adesso ti racconto una storia. Ma è una storia triste"
Papà: "E perché?"
Ester: "Perché ci sono i cacciatori"
Papà: "Ok"
Ester: "I cacciatori arrivano e uccidono il lupo. Fine della storia. È una storia molto piccola"

giovedì 4 ottobre 2012

Come un aborto in mezzo agli angeli

Questo blogghetto vagamente letterario risente ancora dell'onda lunga del successo de L'ennesimo libro della fantascienza (e, a proposito, grazie a tutti voi che lo state scaricando, che ne parlate bene in giro, eccetera, siamo molto contenti). Allora oggi, che ho visto che finalmente, dopo più di vent'anni, è stato ristampato Vulcano 3 di Philip K. Dick, mi è tornata alla mente una cosa che aveva scritto Jonathan Lethem, grandissimo fan di PKD, come il sottoscritto, in un articolo molto lungo e molto bello che potete leggere per intero sul blog della minumum fax. E insomma, Jonathan Lethem diceva che:
Fra quelli così brutti che gridano vendetta una menzione speciale la merita Vulcano 3. Quando Dick si metteva a scrivere roba commerciale in genere i risultati erano particolarmente originali, ma non nel caso di Vulcano 3. Se buttate in un frullatore quindici romanzi di fantascienza del 1954 scelti a caso, forse otterrete Vulcano 3, probabilmente qualcosa di meglio.
[...] Entrare in possesso di Vulcano 3 fu un notevole trionfo. Mi ricorderò sempre di come lo ripescai da una cassa di tascabili mezzi ammuffiti che era stata infilata sotto uno scaffale, tolsi la polvere dalla sua magnifica, orripilante copertina (Lawrence Sutin, nella sua biografia di Dick, dice che occupava «un meritato posto in Purgatorio, in quanto riempiva metà di un tascabile double-face Ace Double del 1960») e dovetti praticamente prendermi a pizzicotti per convincermi che non stavo sognando: era proprio Vulcano 3, cazzo! L’avevo trovato! Ovviamente, a quel punto dovetti prendere e leggermelo, quel benedetto libro.
[...] A Dick avrebbe fatto piacere vedere Vulcano 3 recuperato e messo a sedere come un aborto in mezzo agli angeli? È impossibile saperlo. Verso la fine della propria vita Dick cominciò a trovare strane virtù anche nelle sue opere giovanili più mediocri, in parte perché tendeva a vedere tutti i suoi romanzi e racconti precedenti come barlumi premonitori dell’illuminazione religiosa che aveva avuto nel 1974 [...]
L’asserzione implicita che sta dietro al boom di credibilità di Dick è pressappoco questa: Ecco uno scrittore che parte dall’iconografia pop della fantascienza, ma lavora con tale originalità e verve – e intensità emotiva – da creare un suo genere personalissimo, surreale e scatenato, con immense capacità di umorismo e disperazione, e di critica sofisticata alla cultura capitalistica (malgrado, ehm, certe scelte infelici nella prosa). Costui merita la vostra seria attenzione tanto quanto qualunque scrittore realista. E tutto questo già non era tanto facile da mandar giù. Ai guardiani della nostra cultura letteraria bisogna poi richiedere una notevole elasticità mentale, se si va ad affermare: Ah, sì, e questo stesso tizio, il surrealista visionario imbevuto di cultura pop, avete presente? Ecco, ha scritto anche otto romanzi sconcertanti e indimenticabili in un severo stile realistico piccoloborghese: un po’ un incrocio fra Richard Yates e Charles Willeford. Anche questi vale la pena di leggerli (malgrado, ehm, certe scelte infelici nella prosa). Questo doppio dietrofront forse è un po’ troppo. E nonostante questo, anche il peggiore di quei romanzi realistici sarebbe una lettura più gratificante di Vulcano 3. Non è per insistere…
C'è un mio amico cantautore che mi dice sempre di comprare i dischi che nelle recensioni sui giornali prendono il voto più basso possibile. E se un disco prende zero, bisognerebbe per forza averlo in casa, esposto nello scaffale del salotto. Dice anche, il mio amico cantautore, che si tratta di una teoria del tutto empirica e che la stampa italiana non ha poi tutto questo coraggio, mentre quella inglese, in particolar modo nel passato, ha dato delle belle soddisfazioni; come quando di Velvet Undeground & Nico si disse “con questo album i fiori del male sbocciano rigogliosi, qualcuno dovrebbe calpestarli prima che si espandano”, o come accadde a qualche album di Zappa, ad Astral Weeks di Van Morrison e persino a Exile on main street, o come quando Lester Bangs massacrò Kick out the jams.

Ecco, voglio provare ad applicare lo stesso ragionamento alla letteratura, e senza rischiare troppo penso di poter iniziare tranquillamente da quella fantascientifica. Quindi ora sapete quale sarà la mia prossima lettura: quel libro «recuperato e messo a sedere come un aborto in mezzo agli angeli». Se funziona, ve lo dico.

lunedì 1 ottobre 2012

Biografie essenziali (146)

Eric Hobsbawm era l'uomo più longevo del secolo più breve che l'umanità abbia mai avuto.
Ci mancherà.