lunedì 16 maggio 2011

(Trascrizione più o meno fedele di) Barabba Edizioni: una casa editrice tanto carina, senza soffitto e senza cucina

[quello che segue è il testo del nostro intervento di ieri alla Room To The Future, dentro al Salone del Libro; può darsi che dal vivo abbiamo cambiato qualche parola, non mi ricordo]

Buongiorno.
Si sente se parlo così?

Prima di cominciare vorremmo ringraziare Bookrepublic – gli appuntamenti dei giorni scorsi erano interessantissimi e ci scusiamo anticipatamente se questo nostro intervento imbolsirà tutta la questione, ma è la prima volta che partecipiamo al Salone del Libro, anche da spettatori; e poi io ho questa cosa che non riesco a parlare a braccio e mi sono scritto tutto, spero che non vi disturbi – ringraziamo tutti e in particolar modo vorremmo ringraziare Matteo Brambilla, che ci teneva così tanto che dicessimo qualcosa sui libri elettronici da convincerci e portarci qui, su questo pulpito, a dire delle cose.

Anche se sul programma c’è scritto “Schegge di liberazione”, con la elle piccola – dopo ve lo spieghiamo, Schegge di Liberazione, con la elle grande, anche se forse ne avete già sentito parlare – in realtà il nostro intervento si intitola “Barabba Edizioni: una casa editrice tanto carina, senza soffitto e senza cucina” e parlerà di Barabba Edizioni, una casa editrice che non vende niente, non spende niente, non guadagna niente e, insomma, non esiste, anche se pubblica dei libri. Parleremo anche di questi libri, che sono essenzialmente degli ebook gratuiti, dei libri digitali, ma ce n’è uno anche di carta. Portate pazienza.

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Quella che stiamo per raccontarvi è una storia che inizia nel 2006, quando il mio socio e il sottoscritto – all’epoca eravamo solo amici e non ancora soci – pensiamo Dai, facciamo una rivista letteraria, una rivista di carta, da mettere nelle edicole almeno della zona di Carpi – siamo di Carpi, noi. Avevamo trovato anche un nome: Barabba, perché il mio socio era stato folgorato da Pär Lagerkvist, e Barabba ci sembrava proprio un bel nome. Così ci siamo trovati, noi due insieme a qualche altro carpigiano, abbiamo aperto un blog, l’abbiamo chiamato, appunto, Barabba e abbiamo fatto una riunione per capire cosa scriverci dentro e come costruire la rivista. Visto che eravamo persone serie, abbiamo anche tenuto un verbale che adesso carlo dulinizo, il mio socio, vi leggerà.

(carlo dulinizo legge il verbale della riunione barabbista del 2006)

E poi cos’è successo? È successo che abbiamo scoperto di non essere delle persone così serie, e dopo aver fatto un po’ di campagna promozionale sul blog, dopo che avevamo rifiutato anche un invito di Ugo Cornia per entrare in una rivista letteraria che forse si sarebbe intitolata l’Accalappiacani e aver così scoperto di essere anche poco furbi, niente, Barabba, la rivista, non ha mai visto la luce, come si dice.

Così abbiamo smesso anche di scrivere sul blog, e siamo tornati ognuno alle proprie occupazioni: io l’internet, carlo dulinizo, il mio socio, a laurearsi in lettere e nuotare in piscina.

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All'inizio del 2010, anzi per la precisione alla fine del 2009, mi è venuto da riesumare il blog. Ormai non lo seguiva più nessuno, ma visto che mi ero da poco iscritto a FriendFeed e che su FriendFeed era pieno di gente con dei blog che si commentava a vicenda, mi sembrava una bella idea, riaprire Barabba.

Verso la metà di febbraio del 2010 mi sono incontrato col mio socio e gli ho chiesto Be’, ma se facessimo un ebook sulla Resistenza, visto che quest’anno a Carpi – siamo di Carpi, ve l’ho già detto – c’è l’anniversario di Materiali Resistenti? Lui, il mio socio, che è un tipo un po’ tecnovillano, mi ha detto Ok, pensaci tu per le questioni dell’internet, io organizzo la serata di presentazione. Va bene, gli ho risposto, proviamo a fare ebook collettivo, in pdf, proviamo a coinvolgere le blogsfera. Lui mi ha detto Va bene. Io gli ho detto Allora siam d’accordo. Lui mi ha detto Sì. Così abbiamo cominciato.

Su FriendFeed ho chiesto Cosa ne dite se facciamo un ebook collettivo sulla Resistenza? Il giorno dopo avevo già un centinaio di nuovi iscritti e di commenti e delle mail che dicevano più o meno la stessa cosa: sì, che bella idea, io ci sto.

Da lì siamo partiti a reclutare scrittori, disegnatori, fotografi e poeti su tutti i social network disponibili (facebook, twitter, tumblr, il blog, eccetera, anche se quello che ha funzionato di più, in termini di partecipazione, è stato FriendFeed). Ci eravamo inventati un tormentone: “Barabba dice 26×1” (una specie di calco del segnale in codice che ha fatto partire la Resistenza, a suo tempo, negli anni ’40, e diceva: “Aldo dice 26×1”) e il 15 di aprile, la deadline per la consegna, avevamo già raccolto una sessantina di contributi tra racconti, saggi, ragionamenti, poesie, disegni, foto e perfino un monologo teatrale di venti pagine.

Poi l’abbiamo impaginato e l’abbiamo chiamato Schegge di Liberazione, forse ne avete sentito parlare. L’abbiamo pubblicato gratuitamente su internet, in pdf, e presentato in pubblico il 24 aprile 2010, in un locale di Carpi, con delle letture e dei blogger che erano venuti da mezza Italia per leggere in pubblico i propri pezzi o quelli altrui, o anche solo per vedere cosa stava succedendo. Dentro ci sono anche dei racconti bellissimi, come quello che adesso vi legge Ilke Bab, l’ha scritto lei, si chiama Resistenza.

(Ilke Bab legge Resistenza di Ilke Bab)

È andata così bene che ci han chiamati a leggerlo a Bologna, a Milano, a Venezia, Perugia, Roma, Fabriano e anche in una radio. Insomma, un ebook e un tour di presentazione, proprio come per i libri veri.

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È andata così bene che verso la metà di maggio, sempre nel 2010, mi incontro col mio socio e gli dico: Be', ma se facessimo un ebook sulla Sfortuna, visto che quest'anno a Carpi – adesso sembra che a Carpi succeda un po' tutto – c'è il decennale del Festival di Filosofia e il tema è la Fortuna. Lui, il mio socio, che è sempre un tipo un po' tecnovillano, mi ha detto Ok, pensaci tu per le questioni dell'internet, io organizzo la serata di presentazione. Va bene, gli ho risposto, allora siam d'accordo. Lui mi ha detto: sì.

E abbiamo ricominciato. Su FriendFeed, di nuovo, ho chiesto Cosa ne dite se facciamo un ebook collettivo sulla Sforuna eccetera eccetera? Il giorno dopo avevo già una valanga di commenti e delle mail che dicevano più o meno tutti la stessa cosa: sì, che bella idea, io ci sto.

E ancora, su facebook, su twitter, su tumblr, a voce, eccetera, abbiamo reclutato scrittori, fotografi e disegnatori. Ci eravamo inventati un altro tormentone: “Accettate la sfiga” (che era il primo gioco di parole che ci è saltato in mente, ma alla gente piaceva). E il 9 di settembre, la deadline per la consegna, avevamo già raccolto una settantina di contributi, tra racconti, saggi, ragionamenti, poesie, disegni e foto; e alcuni degli autori avevano già partecipato a Schegge di Liberazione, altri erano nuovi.

Poi abbiamo impaginato (due volumi, questa volta, in pdf) e chiamato Cronache di una sorte annunciata (che era il secondo gioco di parole che ci è saltato in mente), forse ne avete sentito parlare, è uscito venerdì 17 settembre 2010. L'abbiamo pubblicato gratis su internet e presentato in pubblico quella sera lì, in un locale, con delle letture e dei blogger che ancora erano venuti da mezza Italia per leggere in pubblico i propri pezzi o quelli altrui, o anche solo per vedere cosa succedeva. Dentro ci sono delle cose che secondo noi vale la pena leggere, come il pezzo di Simone Rossi che si chiama Art, Attack! e adesso ve lo legge osvaldo, cioè l’elena.

(osvaldo legge Art, Attack! di Simone Rossi)

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È andato molto bene anche Cronache di una sorte annunciata. Con migliaia di download. E intanto eravamo ancora in giro a leggere Schegge di Liberazione. E insomma, ci siam detti Va bene, siamo contenti così, portiamo ancora in giro Schegge per un po’, dove ci chiamano, poi magari torniamo alle nostre normali occupazioni, io l’ingegnere oberato, dulinizo il letterato disoccupato e il nuotatore.

Solo che, insomma, quando inizi a fere una cosa, poi ti rimane il tarlo lì che ti gira nel cervello, vuoi provare a spingerti più in là, percorrere strade nuove, e intanto che il mondo gira, il tempo passa, il 2010 sta per finire e il tarlo è ancora lì che tarla, succede che esplodono gli ebook reader: Kindle, iPad, telefoni che leggono i libri, cose così. E mentre convertiamo e pubblichiamo Schegge e Cronache anche in formato epub e mobi, si avvicina anche il compleanno del mio socio tecnovillano.

Quasi quasi, mi son detto, quasi quasi prendo i suoi post di Barabba sulla sua esperienza in piscina – a trent’anni, il dulinizo s’è iscritto in piscina, ha imparato a nuotare e ha scoperto un mondo; settimanalmente ne parlava nel suo modo un po' iperletterario su Barabba – prendo i suoi post, mi son detto, e ci faccio un ebook.

E l’ho fatto, l’ho impaginato e l’ho chiamato “Pensieri in apnea” e in fondo ci ho scritto “Barabba Edizioni”, era la prima volta che lo scrivevamo da qualche parte.

Pensieri in apnea è stato pubblicato online, gratuitamente, in pdf e in epub, il 20 dicembre del 2010, giorno del trentunesimo giro intorno al Sole di carlo dulinizo. Si tratta forse di un caso unico nella Storia dell’editoria: il primo libro pubblicato all’insaputa dell’autore, il primo regalo di compleanno fatto al mondo, invece che al festeggiato. Adesso Carlo ve ne legge un passo.

(carlo dulinizo legge Luoghi Comuni da Pensieri in apnea di carlo dulinizo)

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E Schegge di Liberazione? Schegge di Liberazione, intanto, continuava a girare. Ci chiamavano a leggerlo in giro, c’era sempre più gente che veniva per leggere o per ascoltare o per vedere cosa stava succedendo. Allora, già che ci siamo, abbiamo pensato, facciamo questo Barabba Edizioni, rifacciamo Schegge di Liberazione anche nel 2011, magari collaborando con l’ANPI di Carpi.

Come l’anno scorso, al grido, lanciato su tutti i social network, di “Barabba dice 26×1” (l’abbiamo riusato perché funzionava benissimo) sono arrivati oltre novanta contributi. Solo che stavolta, così, per provare, volevamo fare un libro di carta, e novanta contributi, per ragioni fisiche ed economiche (ché noi, come molti di voi, siam di quella schiera che tira un po’ a campare), non ci stavano tutti. Così ne abbiamo selezionati una manciata, e questa manciata, l’abbiamo impaginata, stampata e rilegata con un po’ di colla e filo. Dietro ci abbiamo scritto “Barabba Edizioni” e “Creative Commons”, non c’è ISBN, costa solo sei euro, ma noi ce ne teniamo 3,40 (che è il costo della stampa per ogni copia) e il rimanente lo diamo all’ANPI.

Il 25 aprile del 2011 dovevamo presentarlo all’Ex Campo di Concentramento di Fossoli, solo che poi è successa una tragedia, in piazza a Carpi, e allora, ufficialmente, è andata a finire che l’abbiamo presentato ieri sera alla Società Operaia di Mutuo Soccorso d’ambo i sessi Edmondo De Amicis, qui a Torino, ed è stato un tripudio di pacche sulle spalle, abbracci e partigiani.

Intanto l’abbiamo anche pubblicato gratuitamente su internet, in pdf, epub e mobi. E dentro ci sono ventinove racconti che secondo noi sono bellissimi, come la poesia di Azael che si intitola “Virginia che non si muove” e che vi legge Ilke Bab.

(Ilke Bab legge Virginia che non si muove di Azael)

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Non sono necessariamente i migliori, i contributi che abbiamo messo dentro a Schegge di Liberazione 2011, ma sono quelli che forse più si adattavano al formato, ma non è detto, non siamo mica degli editori veri. Gli altri sessanta e passa li abbiamo raccolti in un altro ebook che abbiamo pubblicato il 9 maggio scorso, sempre gratuitamente, in pdf e in epub, su internet. Sono 268 pagine di storie resistenti, si chiama Schegge di Liberazione Outtakes, e dentro ci sono dei racconti come quello di Ludovica Anselmo che adesso vi legge osvaldo, cioè l’elena.

(osvaldo legge Storia di Anna e Anselmo di Ludovica Anselmo)

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E poi basta, adesso siamo qui a dire delle cose al Salone Internazionale del Libro, da editori, seppur inesistenti.

In futuro, non lo sappiamo. Forse faremo un altro ebook, “Cicatrici”, perché un giorno, per caso, sul blog ci siamo messi a scrivere dei post che raccontavano delle cicatrici che avevamo addosso, quelle vere, quelle delle cadute in bici, per intenderci, e si vede che i blogger si erano abituati a mandarci le cose, perché stavolta non abbiamo dovuto nemmeno inventarci un tormentone: i racconti ci arrivano spontaneamente. Sarà un bell’ebook, secondo noi, e lo leggeremo anche dal vivo, può darsi, una volta o due. Chissà.

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Ecco, questa è la storia di Barabba Edizioni, questo è quello che abbiamo fatto, nel nostro piccolo, che improvvisamente è diventato grande senza che lo volessimo. E tutto grazie all’internet, alle nuove tecnologie digitali e al pensiero che forse la gente è pronta per capire che la parola è importante, mentre lo è meno il materiale sul quale quella parola è impressa, e questa, a noi, sembra un po’ una rivoluzione. Siamo contenti, di farne parte, anche se siamo solo degli artigiani un po’ punk, anche se facciamo le cose gratis per darle via gratis, anche se ufficialmente non esistiamo.

E mentre questa rivoluzione, piano piano, cerca di farsi spazio nella società, noi continuiamo a girare l’Italia con Schegge di Liberazione, con dei reading musicati che ormai sono diventati un po’ il nostro cavallo di battaglia. Ci hanno chiamati alla Salumeria del Rock ad Arceto di Scandiano, alla festa dell’ANPI di Migliarina, a Radio Kairos… e perfino in Francia, dove la neonata sede dell’ANPI vuol farci leggere le Schegge a Parigi, davanti al console. Se ci pensiamo, come si dice, ci trema l’orlo delle mutande.

Se ne avete voglia, potete venirci a vedere quando leggiamo in pubblico e, se ve la sentite, potete venire a leggere anche voi, potete dircelo all'ultimo minuto, tanto noi siamo lì.
Oppure potete venirci a trovare nella sede di Barabba Edizioni, una casa editrice che non esiste, ma che è tanto carina, senza soffitto e senza cucina. Ci trovate se cercate su google. Oppure a Carpi, in via dei matti, al numero zero.

Grazie a tutti.
Abbiamo finito.

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