domenica 27 marzo 2011

Pensieri in Apnea: Sul filo (Prospektiva bonus track)

Avevo letto da qualche parte una storia fantastica, pazzesca, che meritava certamente di essere inserita nel numero 52 di Prospektiva sulla Traversata, che stasera sarà presentato a Bologna, al Malazeni. Ma non ho fatto in tempo. Il riferimento l'ho perso. E mi era ormai passato di mente. Ma poi ho pensato che una storia così, anche senza darvi le coordinate precise, ve la devo raccontare tanto è incredibile. Più o meno fa così: Un tale, intorno alla metà dell'ottocento, con un nome inglese, danese, scandinavo o comunque molto nordico, è partito su una barchetta da solo e ha attraversato tutto l'Oceano Atlantico in qualche mese ed è stato il primo a farlo. E poi, il tale non sapeva nuotare. Fine. Io quando l'ho letto son sbalordito, son rimasto senza parole. Lo giuro, è tutto vero. Tutto l'Oceano Atlantico (la doppia maiuscola per sottolineare la vastità), senza sapere nuotare. Ho pensato che almeno due cose su come non affogare, nel caso un'onda più grande ti buttasse giù dalla barca, se le poteva far insegnare al porto, giusto prima di partire. Ma poi ho pensato, Ma vuoi mettere? È come stare in equilibrio sul filo senza sotto la rete di sicurezza e ti fai pure bendare. È come andare nella gabbia dei leoni che sono a stecchetto da una settimana e ti legano pure il braccio. È come buttarsi dalle cascate del Niagara dentro una botte e sei già ubriaco di whisky. È l'apice, la vetta. È il non plus ultra. È sboronaggine pura. Giorni e notti, settimane intere, forse mesi, non ricordo, sul pelo dell'acqua, sulla superficie, estasiato da un cielo immenso, sapendo che al primo accenno - plof - finisci giù in un buco blu talmente fondo da essere infinito e tanti saluti a tutti. Forse è questo il vero sublime dei romantici. La Ginestra e O Vesuvio di quel gobbo di Recanati. La bellezza e la morte in stretta compresenza. Nessuno che ti spiega chi, dove, come, cosa fare. Puoi solo fare, e sperarci in mezzo. Come nella vita.

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