domenica 24 ottobre 2010

(Trascrizione più o meno fedele di) Non è star sopra un albero: ebook collettivi e socialcose che si fanno senza carta

(sotto richiesta insistente di blodeinside, quello che segue è il mio speech all'EAVIcamp di ieri. Ed è anche un calco spudorato di quello fatto al WriteCamp, ma mi hanno applaudito ancora. Pensa te, la gente)

Buongiorno.

Si sente se parlo così?

Prima di cominciare vorrei ringraziare l'organizzazione dell'EAVIcamp – fin qui mi è sembrato interessantissimo, e mi scuso anticipatamente se il mio intervento imbolsirà tutta la questione, è anche tardi; e poi ho questa cosa che non riesco a parlare a braccio e mi son scritto tutto, spero che non vi disturbi – ringrazio tutti e in particolar modo vorrei ringraziare Andrea Zanni, che mi ha contattato via mail dicendomi: Mi è piaciuto molto l'intervento che hai fatto al WriteCamp, vuoi farlo anche all'EAVIcamp di Modena? Io gli ho risposto: Ok, ma ne scrivo un altro, perché ho la mia deontologia spicciola da rispettare. Ed eccomi qui, sul pulpito, a dire delle cose. Tanti anni fa, in questa stessa aula, stavo dall’ altra parte della cattedra.

Il mio intervento si intitola Non è star sopra un albero: ebook collettivi e socialcose che si fanno senza carta e affronta questioni legate alla creazione di ebook collettivi e gratuiti da parte, essenzialmente, degli scrittori che abitano la blogsfera, questioni di libri digitali e partecipazione, quindi siamo a tema con l'evento, credo.

***

Quella che vorrei raccontarvi è una storia recente, comincia all'inizio del 2010, febbraio, per la precisione, quando, dopo aver riesumato un vecchio blog di nome Barabba – un blog collettivo, anche se ci scrivevamo solo in due, adesso siamo cinque o sei, ma prima solo due, e da un po' avevamo anche smesso di scriverci perché non c'erano stimoli, ma è un'altra storia – dopo aver riesumato Barabba, dicevo, perché ci era tornata la voglia e perché mi ero appena iscritto a FriendFeed e lì tutti hanno un blog, un giorno di febbraio mi incontro col mio socio e gli dico: 'scolta, perché non facciamo un ebook sulla Resistenza, visto che quest'anno, a Carpi, c'è l'anniversario di Materiali Resistenti? Lui, il mio socio, che è un tipo un po' tecnovillano, mi ha detto Perché no, mi sembra una bella idea, occupati tu della parte internettiana che io penso alla serata di presentazione. Va bene, gli ho risposto, allora siam d'accordo. Lui mi ha detto: sì.

La storia che vi sto raccontando, in realtà, parte da molto lontano, da un altro blog, che si chiama Squonk, dove dal 2003, ogni anno, sotto Natale, il titolare chiama a raccolta la blogsfera per il Post sotto l'Albero. Il Post sotto l'Albero è un ebook vagamente natalizio, in pdf, nel quale i blogger scrivono delle cose e lui, Squonk, le mette insieme, come un raccoglitore, e fa questo regalo alla rete lasciandolo scaricare gratuitamente a chi voglia leggerlo.

A me serviva una leva per convincere il mio socio, che, come vi ho detto, è un po' tecnovillano, e il Post sotto l'Albero sembrava una carta vincente. E infatti…

Ma torniamo a noi, all'ebook sulla Resistenza.

Appena abbiam detto facciamolo, ho pensato di diramare un appello su FriendFeed – avevo una trentina di iscritti al mio profilo, all'epoca – e ho chiesto: cosa ne dite se facciamo un ebook collettivo sulla Resistenza, come il Post sotto l'Albero, per intenderci, ma sulla Resistenza?

Il giorno dopo avevo quadruplicato gli scritti e avevo già un sacco di commenti, messaggi e mail di gente che mi diceva: che bello, proprio una belle idea, io ci sto.

Da lì siam partiti col reclutamento: via twitter, facebook, tumblr, il blog, a voce, eccetera. Ci eravamo inventati un tormentone, Barabba dice 26x1, e lo ripetevamo ossessivamente in ogni proclama, così, per entrare nella testa della gente, prendendo spunto ancora da Squonk, che per il Post sotto l'Albero dice a tutti: Hop hop hop. E quando tu sei su internet, su FriendFeed in particolare, e leggi Hop hop hop , sai che devi sbrigarti a scrivere un post per lo Squonk, perché Natale si avvicina, non si scappa.

Il 15 aprile, la deadline per la consegna, avevamo già raccolto una sessantina di contributi, tra racconti, saggi, ragionamenti, poesie, disegni, foto e perfino un monologo teatrale molto lungo.

Così abbiamo impaginato un ebook, un libro di 211 pagine in pdf, e gli abbiamo dato un titolo, Schegge di Liberazione (tanto per richiamarci ai Materiali Resistenti, ci sembrava un buon titolo), e l'abbiamo presentato in pubblico il 24 aprile, in un locale di Carpi, con delle letture e dei blogger che erano venuti per leggere i propri pezzi o quelli altrui, o anche solo perché erano curiosi.

È stato un successo. Senza che muovessimo un dito ci han chiamati a leggerlo a Bologna in un festival di culture antifasciste, in radio, sempre a Bologna, poi hanno appeso i racconti in una villa di Mestre e l'abbiamo letto a Milano, a novembre dobbiamo andare ancora a Bologna, a Perugia e a Venezia, e a Roma (pensa te, a Roma) a dicembre... insomma, un ebook e un tour, proprio come per i libri veri, quelli di carta.

***

Eravamo così galvanizzati che verso la metà di maggio mi incontro col mio socio, quello un po' tecnovillano, e gli dico: senti, veh, perché non facciamo un ebook sulla Sfortuna, visto che quest'anno, a Carpi – adesso sembra che succeda tutto a Carpi – c'è il decennale del Festival di Filosofia e il tema è la Fortuna? Lui, il mio socio, mi ha detto Perché no, tanto siamo in ballo, mi sembra anche una bella idea, occupati tu della parte internettiana che io penso alla serata di presentazione. Va bene, gli ho risposto, allora siam d'accordo. Lui mi ha detto: sì.

Di nuovo, ho pensato subito di diramare un appello su FriendFeed. Ho chiesto: cosa ne dite se facciamo un ebook collettivo sulla Fortuna eccetera eccetera, come il Post sotto l'Albero, come Schegge di Liberazione?

Il giorno dopo avevo già un sacco di commenti, messaggi e mail di gente che mi diceva: che bello, io ci sto. E alcuni erano gli stessi di Schegge di Liberazione, altri, visto che la voce si era sparsa bene, erano nuovi.

Siamo quindi ripartiti col reclutamento: via twitter, facebook, tumblr, il blog, a voce, eccetera. Ci eravamo inventati un altro tormentone, diceva: Accettate la sfiga, ed era il primo calembour che ci saltava in mente, ma funzionava.

Il 9 settembre, la deadline per la consegna, avevamo già raccolto più di sessanta contributi, tra racconti, saggi, ragionamenti, poesie, disegni e foto. Così abbiamo impaginato un ebook in due volumi di oltre 130 pagine l'uno, in pdf, ma stavolta anche in epub e mobi, che in pochi mesi i tempi erano cambiati, e gli abbiamo dato un titolo: Cronache di una sorte annunciata, che era il secondo calembour che ci saltava in mente.

L'abbiamo presentato in pubblico venerdì 17 settembre, in un locale di Carpi, con delle letture e dei blogger che erano venuti per leggere i propri pezzi o quelli altrui, o anche solo perché erano curiosi.

È stato un altro successo. Nella piazza lì di fianco c'era Erri De Luca, ma è andata bene lo stesso. Talmente bene che abbiamo deciso di rileggerlo tutti i venerdì 17 da qui alla fine della Storia, in un locale che si è detto disponibile per questa mattata. La prossima lettura è a dicembre, quella dopo a giugno del 2011 e così via.

***

Non so se ne faremo degli altri, di ebook collettivi con la blogsfera, perché è un gran lavorare. È bello, ma è un gran lavorare, gratis, oltretutto, e a stare delle notti intere a impaginare si rischia anche il divorzio.

Però da questa esperienza abbiamo capito delle cose sulla rete e sul reclutamento degli scrittori in rete. Abbiamo capito che c'è un sacco di gente che ha voglia di scrivere, basta solo dargliene l'opportunità contattandoli sui vari socoalcosi. Su alcuni di questi la chiamata funziona bene, su altri meno.

Non funziona su facebook, per esempio, dove nessuno, in fondo, legge la bacheca, e infatti han fatto bene a chiamarla bacheca. Sarà che soprattutto è gente che conosci dal vivo, sarà che, a parte postare dei video o commentare gruppi discutibili, di tutto il resto non frega niente a nessuno, ma facebook non è un luogo dove le persone discutono. È utile a cose fatte, per la promozione, ma è un altro discorso.

Non funziona su twitter, che in fondo è un canale monodirezionale, simplex, con alcuni momenti fastidiosissimi di half duplex, cioè come i walkie-talkie. Cercare di reclutare scrittori su twitter è come sparare a salve: fai un gran botto, lo sentono tutti, ma non colpisci nessuno.

Non funziona a voce, dove i tuoi amici ti dicono sì partecipo volentieri, poi si dimenticano. Ma d’ altra parte ognuno ha gli amici che merita.

Funziona invece con un blog, che ti dà una certa autorevolezza e vien letto dalla gente, perché la gente, tutto sommato, i blog li legge ancora. Funziona con tumblr, che poi è una versione rapidissima della blogsfera. E funziona soprattutto con FriendFeed, questo socialcoso che è anche un luogo di conversazioni, discussioni, liti furibonde, tacchinaggi estremi, ma in fondo un posto dove la blogsfera italiana partecipa e condivide, un luogo totalmente duplex, quasi puramente bidirezionale, dove nel marasma generale le idee buone riescono a fare breccia.

***

Non ho altro da aggiungere sulla questione. Se volete, potete andare su Barabba e scaricare Schegge di Liberazione e Cronache di una sorte annunciata, che nel frattempo son diventati dei blog autonomi e continuano a crescere con contributi inediti, si chiamano Schegge di Librazione e Cronache di una sorte annunciata. Cercando su Google, trovate tutto.

Poi, sempre se ne avete voglia, potete venirci a vedere quando li leggiamo in pubblico e, se ve la sentite, potete venire a leggere anche voi, potete dircelo all'ultimo minuto, tanto noi siam lì, è tutto gratis.

Se faremo degli altri ebook non esiteremo a comunicarvelo, proprio come abbiamo già fatto e come ho spiegato nel corso del mio intervento. E se ne farete voi, invece, e le cose che ho detto oggi vi saranno state d'aiuto, ditecelo pure che ci fa piacere.

***

Insomma, per concludere il mio intervento, noi di Barabba abbiam capito che per fare degli ebook collettivi con gli scrittori che abitano la blogsfera, servono un blog – non necessariamente, ma è meglio averlo, anche solo per accaparrarsi un po' di credibilità – e soprattutto FriendFeed. Lì i blogger, straordinariamente, hanno trovato un luogo di aggregazione formando una community abbastanza affiatata e partecipativa. Funziona benissimo, almeno in Italia, dalle altre parti non so. Forse in Turchia.

Non sappiamo se questo, cioè il fatto di fare dei libri elettronici gratuiti e collettivi, potrà mai diventare un aspetto, seppur marginale, della nuova editoria digitale che sta nascendo in questi giorni. Ma dall'esperienza di due ebook, che non dobbiamo aver paura di chiamare libri, dove gli srittori grandi e piccoli, fino ai nomi importanti come Leonardo, Spinoza e Simone Rossi, per dirne alcuni, non si fanno problemi a collaborare e a partecipare, abbiamo capito che uno dei modi possibili per liberare la parola dal suo supporto tradizionale, dalla sua prigione cartacea, e farlo gratuitamente, servono un po' di tempo da perdere e un luogo di discussione vera e bidirezionale tra blogger e raccoglitori, tra scrittori ed editori.

Come ci hanno insegnato Schegge di Liberazione, Cronache di una sorte annunciata e il capostipite, il Post sotto l'Albero di Squonk, e come ci ha insegnato quel bravo canzonettista milanese, volendolo parafrasare: la libertà – della parola scritta, nel nostro caso – non è star sopra un albero: la libertà è partecipazione.

Grazie a tutti. Ho finito.

7 commenti:

  1. A costo di ripetermi: io questo discorso l'ho sentito ieri dal vivo, una figata. Tra l'altro di un'iniziativa che conoscevo, ma dal vivo è un'altra faccenda.
    Grazie,
    Valentina (EAVIcamp)

    RispondiElimina
  2. Grazie. E grazie dell'eavicamp, davvero bello.

    RispondiElimina
  3. io lo rileggo e risento il tuo accento .. mi fai un file audio che lo butto sul podcast?? ;)

    RispondiElimina
  4. ci penso. Però ci ho vergonia. :D

    RispondiElimina
  5. Sei stato bravissimo e molto originale... anche a me, rileggendo il tuo discorso, pare di sentire il tuo accento... ah no, lo sento davvero! Ho circa 4 minuti di video, si vede malissimo ed è sfocato ma la voce si sente. Dove te lo posso passare? :)

    RispondiElimina
  6. (oddio!) manda qui: marcomncrd chiocciola gmail punto com. :)

    RispondiElimina
  7. mandato da memopal... fammi sapere quando e se ti arriva... ti ho già detto che come video è pessimo, vero? :D

    RispondiElimina