domenica 13 giugno 2010

La Poesia

Ieri dovevamo andare a cena a Vicenza da degli splendidi quarantenni. Poi son successe delle cose, dei contrattempi ineludibili, e siamo rimasti a casa. Verso sera ero così scoglionato che ho detto alla mia signora Adesso ti regalo un po' di Poesia. L'ho presa per mano e l'ho portata in macchina al Museo Guatelli, per l'autostrada, per far prima: erano già le sette di sera.

Il Museo Guatelli non si può mica spiegare, bisogna andarci, è Poesia. Ettore Guatelli era un raccoglitore; del museo ci raccontava spesso la Nina, un amico di famiglia, un altro raccoglitore; Raffaello Baldini ha scritto La Fondazione, dove si parla di un raccoglitore, e ieri, al Museo Guatelli, Giuseppe Bellosi l'ha letto integralmente mezzo in dialetto romagnolo e mezzo in italiano, in un teatro artificiale fatto con la roba raccolta da Ettore. Una situazione capace di spappolarti il cervello dalla contentezza. Quelle cose che capitano solo con la Poesia.

La guida del museo ci ha detto che uno per vederlo bene, il museo, dovrebbe visitarlo almeno quaranta volte. Ogni guida ha una storia diversa da raccontare, ogni oggetto ha delle storie che iniziano, finiscono e poi ripartono e magari continuano ancora oggi. Quando siamo usciti dalla stanza delle scatole, per esempio, la guida ci ha detto che era molto contento, perché aveva visto una scatola che prima non aveva mai visto, e son degli anni che lui porta la gente lì dentro. Una continua scoperta, una Poesia.

Poi era ora di partire, abbiamo salutato Giuseppe Bellosi, le guide, Paolo Nori e un po' di amici, e ho chiesto alla mia signora se voleva fare la via Emilia oppure l'autostrada, per far prima. Lei mi ha risposto che potevo decidere io, allora sono andato verso l'autostrada. Solo che, arrivati al casello, la mia signora inizia a dire delle cose che non mi aveva mai detto prima, tipo Ecco, mi porti a vedere tutta questa Poesia, una giornata di Poesia, e poi prendi l'autostrada invece della via Emilia come uno che non conosce la Poesia.

Ci sono rimasto male: ho fatto dietrofront, lì, al casello, e ho imboccato la strada normale per Parma per poi prendere la via Emilia. Ecco, le ho detto, ecco qua, ecco la Poesia. Lei mi ha guardato, si è messa a ridere e mi ha dato del matto. Mi ha messo una mano sulla coscia, mi ha guardato ancora e secondo me era commossa, ma soprattutto rideva e mi dava del matto.

Quando siamo arrivati a casa, poi, l'ho guardata io e le ho detto che non doveva più dire quelle cose, che non conosco la Poesia. Per me, le ho detto, per me la Poesia è anche l'autostrada. Lo sai, le ho detto, lo sai che mi piace anche quella futurista, di Poesia.

4 commenti:

  1. non lo so che dire.
    dico una cosa tipo: c'è della poesia anche in questo post.
    e poi dico anche: grazie per avermi fatto scoprire questo museo della poesia.

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  2. è come quando vedi/senti/leggi una cosa bella ma non hai parole ma vorresti averne.
    così io ora.

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  3. grazie mille. È stata una giornata, tra Baldini e Guatelli, secondo me indimenticabile.

    Colgo anche l'occasione per dire al buon carlo dulinizo che ha fatto male a non venire. Ecco. C'era anche Ilke Bab.

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  4. Bhè, col prode Klaus Augenthaler sono andato a un inaugurazione di arte concettuale (spacciando Klaus per noto gallerista), poi ho ballato ad un concerto di musica etnica di Modena-Medina, infine alla festa "biennale" di Rolo ho visto l'alba in mezzo a zombie metallari. Direi che anche il mio sabato sera è stato indimenticabile...

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