venerdì 30 aprile 2010

Pensieri in apnea: dall'A alla Z (2)

Tredicesima puntata bis

Sei anni e due metri dopo

Admetlla Eduardo - Subacqueo spagnolo. Compì nel 1957 un'immersione da record con autorespiratore ad aria compressa raggiungendo nella baia di Acapulco la profondità di 100 m.

[...]

Zimbron Costantino - Sommozzatore spagnolo. Raggiunse nel 1963, nella baia di Acapulco, la profondità di 102 m utilizzando un autorespiratore ad aria compressa.


Siamo una società orribile (2)

Io non cammino, non marcio: strascico i piedi, io, mi fermo per strada, addirittura torno indietro, guardo in qua, guardo in là, anche quando non c'è da traversare. Sorpreso in atteggiamento sospetto, diceva appunto al telefono quel maresciallo del buon costume, dopo che mi ebbe fermato, caricato sul furgone nero e portato in questura… E mi licenziarono, soltanto per via di questo fatto che strascico i piedi, mi muovo piano, mi guardo attorno anche quando non è indispensabile.

(Luciano Bianciardi, La Vita Agra)
Vorrei che non vi sentiste costretti a inventare una scusa per poi declamarla ad alta voce, al cielo, con lo sguardo che naviga circospetto nel vostro intorno, soltanto perché a un certo punto della strada vi accorgete di dover tornare indietro per un motivo futile. Maledetto quel popolo che ha bisogno di andare in una sola direzione, vergognandosi dell'inversione.

giovedì 29 aprile 2010

Siamo una società orribile

Chewing gum, chewingum, ciuingam, cevingum, cevingam, ciunga, gomma, cingomma, gigomma, gingomma, cingum, cingom, cincingomma, ciringomma, cicca, cicles, caucciù, masticante, mastica, tiramastega, ciga.

Vorrei che il sapore dell'impepata di cozze rimanesse nelle vostre bocche quel tanto che basta per goderne ancora un po'. Maledetto quel popolo che ha bisogno di menta o mentolo per definire parametri di pulizia orale, immediatamente dopo i pasti.

mercoledì 28 aprile 2010

Pensieri in apnea: dall'A alla Z

Tredicesima Puntata

Ho la mania dei libri. Davvero. Quel giuramento che ho fatto a gennaio (v. Prima Puntata) l'ho infranto già in febbraio. Son durato poco. Non posso farci niente. Ho la mania dei libri.
Ieri ero a Bologna. Giornata libera. Con tutto il sole che riesco a rubare. Dal 25 aprile ho liberato anche i piedi, solo sandali. Dopo piacevoli e private peripezie mi avvio lentamente verso la stazione dei treni. Ancora oggi non riesco a concepire il suono di quella strage. Mia nonna materna doveva raggiungerci vicino a Rovereto. All'ultimo momento mio nonno è riuscito ad accompagnarla in macchina. Dicono che hanno sentito il botto mentre erano in autostrada a Modena Sud.
C'è un piazzale alla fine di via Indipendenza che ospita una porta della città che però ricorda più un arco monumentale. Sembra il figlio di un notaio in un centro sociale occupato. Ma lui ci sta bene. Il color mattone misto ocra lo mimetizza col resto. Dietro, o davanti se venite dalla stazione, ha un parco indubbiamente "stupefacente". Davanti, o dietro se venite dal centro, ma a debita distanza, come per cautelarsi da un possibile collasso architettonico, c'è un largo e basso capannone bianco. Solido e lucido. Pieno di bancarelle di libri usati.
Sono fregato.
Mi avvicino rilassato con la scusa che tanto il treno ce l'ho tra mezz'ora. Avanzo in scioltezza. Butto l'occhio oltre gli occhiali da sole. Perlustro con piacere. Il guaio di essere un librofilo è che oltre ai tuoi tesori cominci a cercare anche i libri che potrebbero interessare ad altri. È bello regalare libri. Mi fa sentire come i gatti quando portano le loro prede in casa. Orgoglioso della mia indipendenza, con questo rito riconosco il legame di stima e affetto con chi riceve il dono.
I libri rari e notevoli in alto non li guardo neanche, il dolore di non poterli portare via sarebbe troppo forte. Specialmente su queste bancarelle ho l'impressione che se non li prendo io, non è che li piglia qualcun altro, magari, ho la convinzione assurda che i libri verranno gettati, buttati via, stracciati, portati al macero, forse anche bruciati. Quindi non li guardo nemmeno.
Abbasso lo sguardo sul mare dei tascabili. Le dita scorrono, palpano consistenze e grane, girano copertine e polveri, corrono sulle pagine con gli angoli ripiegati. In quelle pagine qualcuno ti ha indicato uno dei pezzi migliori del libro. Succede sempre. Poi sei sempre libero di valutare, almeno è questo quello che credi.
Qualcosa spunta. Un vecchio trombone situazionista diceva (voce nasale prego): "Gli spettatori non trovano quello che desiderano ma desiderano ciò che trovano". Uguale anche per me.
Dizionario del Mondo Subacqueo, a cura di Donatello Bellomo e Fabio Vitale, Varese, 1995, Sugarco edizioni.
Nella mia mente comincia lo stupore. Lo prendo su. Forse potrei trovarci qualcosa di utile per il feuilleton clorato che sto scrivendo. La Sugarco, lo dico per chi non è malsano come me, era la casa editrice che tra anni '80 e '90 pubblicava letteratura beat e americana "alternativa", da Jack London a Kerouac, Allen Ginsberg e Ferlinghetti, e l'opera omnia di Sir William CUT UP Burroughs (ora in ristampa per Adelphi). Scoprire che intanto cercavano di sfondare nell'affollato ma redditizio settore dei dizionari è un poco straniante. Vado alla quarta di copertina. Con orientamento centrale e carattere corsivo leggo: Il Sapere di oggi e di sempre in forma agile ed essenziale. Materia per Materia. Dall'A alla Z.
La curiosità mi picchietta le dita sul cranio. Sfoglio le ultime pagine in cerca degli altri titoli della collana. Una paginetta praticamente vuota: il terzo titolo, del Mondo Subacqueo, quello che ho in mano, è anche l'ultimo. Il primo è Dizionario dei papi, il secondo è Dizionario del nazismo.
La confusione accelera di colpo. Invade tutto.
Poi prendo il portafoglio e pago sorridendo.

lunedì 26 aprile 2010

Biografie essenziali (35)

Non ricordo com'è morto Italo Svevo. Ricordo solo che una volta, durante la Grande Guerra, mangiava bel bello una bistecchina ai ferri e scriveva quanto era piacevole questa cosa mentre intorno c'era la fame e la miseria. Ricordo di aver pensato: "Mo'k basterd!".

Biografie essenziali (34)

– Michail Afanas’evič Bulgakov?

– Sì, sì.

– Adesso le parlerà il compagno Stalin.

– Cosa? Stalin? Stalin?

– Sì, le parla Stalin. Salve, compagno Bulgakov.

– Salve, Iosif Vissarionovič.

– Abbiamo ricevuto la Sua lettera. L’abbiamo letta con i compagni. A tal proposito riceverà una risposta positiva... Ma è proprio vero che Lei chiede di andarsene all’estero? L’abbiamo seccata molto?

– Ho pensato molto negli ultimi tempi se uno scrittore russo possa vivere fuori dalla sua patria. E mi sembra di no.

– Ha ragione. Anch’io la penso così. Dov’è che vuole lavorare? Al Teatro d’Arte?

– Sì, volevo. Ne avevo parlato, ma ho ricevuto un rifiuto.

– E lei invii loro una richiesta. Mi pare che accetteranno. Noi dovremmo incontrarla, parlare con Lei.

– Sì, sì! Iosif Vissarionovič, ho molto bisogno di parlare con Lei.

– Sì, bisogna trovare il tempo ed incontrarci, necessariamente. E ora, Le auguro ogni bene.


[via]

Biografie essenziali (33)

Daniil Charms morì di fame nel 1942 durante l'assedio nazista di Leningrado. Poi uno dice che almeno con la letteratura d'infanzia si riesce a campare...

venerdì 23 aprile 2010

Schegge di Liberazione: un ebook

Non ricordiamo bene il motivo preciso per cui ci saltò in testa, un giorno piovoso di Febbraio, l'idea di chiedere alla blogsfera di scrivere qualcosa sulla Resistenza. Sicuramente non immaginavamo che in due mesi scarsi saremmo stati travolti da adesioni, post, racconti, piccoli saggi, poesie, ragionamenti e perfino un monologo teatrale.

Abbiamo raccolto tutto in un ebook, che non ho il timore di chiamare "libro". Lo si può scaricare gratuitamente qui (o in edizione economica ed ecologica qui). Sono 211 pagine di post resistenti. Si ride, ci si incazza e ci si commuove. Si chiama Schegge di Liberazione e verrà presentato dal vivo in un paio di occasioni, segnatevi gli appuntamenti.

Non ci sono davvero abbastanza parole per ringraziare come si deve tutti quanti. Ma no, forse una c'è: grazie.


(UPDATE: errata corrige. Sostituite pagine 3, 6, 9, 10, 71, 79, 149, 167 - versione 1.1)

giovedì 22 aprile 2010

Schegge di Liberazione: troppo tardi

[Francesco Sabatucci, Franco per i compagni. Dalla sua Bologna è finito in Veneto, Brigata Mazzini, pochi uomini e un coraggio che sfiora l'incoscienza. C'è il Ponte della Priula da far saltare. Con Franco sono in sette. Ma ci riescono. Catturano le sentinelle e fanno brillare le mine. Il nemico dovrà trovarsi un'altra strada. Ed eccolo ancora, poco più in là, sul Cansiglio, a tener botta ai rastrellamenti, cinque giorni, cinque dannati soli. Loro sono di più, molti di più. Non ci pensare, non vuol dir nulla. E ce la fa di nuovo. La Brigata Mazzini è salva, esce dalla sacca, si prepara a nuovi combattimenti. Ci vuole un tradimento per fermarlo, a 23 anni, fine '44: ucciso durante un tentativo di evasione, nonostante tutto ancora non voleva arrendersi.] E' il 21 aprile, 65esimo anniversario della Liberazione di Bologna...
(kutavness, Strade e vite)

Non abbiamo fatto in tempo a mettere il racconto di kutavness nell'ebook che uscirà domani. Ma voi leggetelo tutto.

mercoledì 21 aprile 2010

Biografie essenziali (speciale scienziati 3)

Nikolay Nikolaevich Bogolyubov cercava le trasformazioni canoniche: era figlio di un prete.

(di Peppe Liberti, fisico di riferimento)

martedì 20 aprile 2010

Schegge di Liberazione: appuntamenti

Insomma, è fatta. Entriamo nella settimana finale di combattimenti, aspettiamo gli Americani e prepariamo le cipolle da scambiare con barrette di cioccolato straniere, spariamo gli ultimi colpi, c'è chi - ahilui - muore proprio alla fine, c'è chi già è tornato a casa dalla sua bella, e ci son quelli che nascondono i fucili dentro barili d'olio interrati che non si sa mai.

Schegge di Liberazione, l'ebook, è pronto. Di seguito gli appuntamenti, la parata finale, la sfilata tra gli applausi, i sorrisi e i fiori gettati dalle finestre:

23 Aprile: pubblicazione ufficiale del libro (se volete, potete leggervi questa specie di making of).

24 Aprile: reading nel Cortile delle Steli in Palazzo dei Pio a Carpi (MO).

25 Aprile: videoproiezione su Villa Franchin a Mestre (VE), in collaborazione con l'associazione Luoghi Comuni.

Mica male per un 25 Aprile che viene di domenica, no?

lunedì 19 aprile 2010

Biografie essenziali (32)

Era un genio. Sulla tomba c'è scritto "Henry Beyle milanese scrisse amò visse". Non morì a causa della sindrome che porta il suo nome.

Biografie essenziali (31)

Iosif Vissarionovič Džugašvili, detto Soso, detto Soselo, detto Chopura, detto Geza, detto Ryaboi, detto Kochba, detto Koba, detto Besošvili, detto Beso, detto il Caucasico, detto Petrov, detto Oganess Vartanovič Totomyants, detto Ioška, detto il lattaio, detto Chizhikov, detto David, detto Ivanov, detto Ivanovič, detto Nizheradze, detto Vassilyev, detto Vassily, detto K. Kato, detto K. St., detto Ko., detto Stalin perse completamente l'uso della parola dal 2 al 5 Marzo 1953.

Biografie essenziali (30)

Dylan Thomas è sopravvissuto ai bombardamenti nazisti su Londra ma non a diciotto whiskey di fila. Uno l'ispirazione la trova come può.

domenica 18 aprile 2010

Pensieri in apnea: accerchiato!

Dodicesima puntata

Sono ovunque, oggi sono ovunque e in ogni dove.
Mi giro, mi volto, scivolo e scatto. Studio, valuto con frazioni di secondo, con visuale periferica registro i movimenti. Mi tendo fino all'inverosimile, schivo, spingo, colpisco, mi piego e riparto. Formulo ipotesi, modifico tattiche, aggiorno la strategia. Mi sforzo, ignoro i crampi, i dolori momentanei e il fiato corto. Comprimo, coordino, esco dai ripari e mi slancio. L'adrenalina continua a circolare, il sangue pulsa come una marcia nelle orecchie. Ho voglia di urlare.
Mai andare in piscina al sabato, sembra una tonnara.
Tutta colpa della primavera; avevo notato le avvisaglie qualche giorno fa vedendo incomprensibili lampadati e depilati rischiare l'abbronzatura sotto il dilavamento del cloro.
Ora siamo in otto per corsia e questo vale per tutte e sei le corsie. Sei per Otto, Quarantotto, Asino Cotto! Lo squasso è enorme.
L'unico divertimento è scoprire tra i vari nuotanti chi nuota bene e chi no: visto dal bordo vasca chi nuota male sembra sempre che stia sul punto di annegare.
Ma c'è poco da ridere, mi sento in piena sindrome d'accerchiamento.
Come ogni conflitto basato sulla presenza umana, sto lottando per il controllo del territorio, e più precisamente sto lottando per resistere all'invasione dei veterani della 4a corsia, quelli che si segnano le vasche da fare sulla tavoletta e che, mettendosi in fila disciplinata, riescono a stare anche in 15 nella stessa corsia. Quelli che, anche se siamo nell'ora del nuoto libero, si sentono meglio con la scaletta preparata appositamente e da seguire puntigliosamente. Quelli che, come commento cameratesco, si dicono: "Dio Bo'! Stai diventando un uomo di Atlantide!".
Oggi, complice la primavera e forse nuove licenze dalla sede dell'ammiragliato, alcuni di loro son piombati nella 3a corsia, la nostra, quella degli amabili amatori in boxer, con il cipiglio (ammetto la difficoltà di scorgere il cipiglio da sotto gli occhialini, ma vi giuro, c'é) e la supponenza di chi pensa di avere a che fare con dei bambini cresciutelli. Ebbene, i signorini volevano spadroneggiare e son tornati di là con le pinne nel sacco. Purtroppo nell'ethos della battaglia non ho distinto più tra alleati e avversari ma immagino che ogni soldato sia incappato negli stessi rischi.
Bagatelle a parte, c'è solo un aspetto che, purtroppo, invidio al mondo militare: la pena di morte.
La pena di morte è l'unico rimedio definitivo ed esemplare contro chi si ostina a lavarsi col bagnoschiuma al cioccolato prima di entrare in piscina.

venerdì 16 aprile 2010

Pensieri in apnea: scaramucce perlustrative

Piccola anticipazione

I gas servivano a demoralizzare i soldati nemici ma non permettevano di sfondare le linee difensive e i soldati che non avevano fatto in tempo a mettere la maschera antigas iniziavano a muoversi come se nuotassero. Chi conosceva lo stile libero faceva lo stile libero e chi non lo conosceva nuotava a rana. E tentavano di raggiungere la riva per respirare.


(P. Ourednik, Europeana: breve storia del XX secolo, Due Punti Edizioni, 2005, pg. 22)

Biografie essenziali (speciale scienziati 2)

Quando gli scienziati si incontrano ai convegni, lo sappiamo, son degli spiritosoni. Nella settimana appena trascorsa il nostro fisico di riferimento, Peppe Liberti, barabbista honoris causa, ha raccolto un po' di biografie essenziali al ComunicareFisica2010.

Non possiamo immaginare le grasse risate che tutti questi dottori delle scienze si saranno fatti nel partorire le biografie di Sir Joseph John “J. J.” Thomson, Alber Einstein, Ernest Rutherford, Niels Henrik David Bohr, Werner Karl Heisenberg, Erwin Rudolf Josef Alexander Schrödinger, Enrico Fermi e Wolfgang Ernst Pauli. Non possiamo immaginarlo perché non abbiamo la benché minima idea di cosa stiano dicendo. Ma possiamo provarci, qui.

giovedì 15 aprile 2010

Metamorphosis Now Redux

Gregory Samson, svegliandosi una mattina da sogni agitati, si trovò trasformato, nella sua branda, in un piccolo vietnamita immondo. Riposava sulla schiena, magra e dolorante, e sollevando un poco il capo vedeva il suo ventre smunto, giallognolo e diviso da costole ricurve, in cima a cui la coperta della branda, vicina a scivolar giù tutta, si manteneva a fatica. Le gambe, nodose e sottili da far pietà, rispetto alla sua corporatura ben tornita, tremolavano senza tregua in un confuso luccichio dinanzi ai suoi occhi.
Cosa m'è avvenuto? pensò. Non era un sogno. La sua stanza, una baracca di giuste proporzioni, soltanto un po' piccola, se ne stava tranquilla fra le quattro ben note lamiere. Sul comodino, la pistola, l'elmetto e le sigarette – Samson era un marine – e sopra, appeso alla parete, un ritratto, ritagliato da lui – non era molto – da una rivista illustrata e messo dentro una bella cornice di legno: raffigurava una pin-up seduta, ma ben dritta sul busto, con addosso soltanto un berretto e un boa di pelliccia; essa levava incontro a chi guardava due labbra rosse e socchiuse, in cui si leggeva un minuscolo iloveyou.
Lo sguardo di Gregory si rivolse allora verso la finestra, e il solito cielo grigiastro indocinese (si sentivano battere le gocce di pioggia sul vetro) lo immalinconì completamente. Che avverrebbe se io dormissi ancora un poco e dimenticassi ogni pazzia? pensò; ma ciò era assolutamente impossibile, perché Gregory era abituato a dormire sulla destra, ma non voleva che lo vedessero i commilitoni, nelle sue attuali condizioni, in quella posizione. Per quanto si gettasse con tutta la sua forza da quella parte, ce n’era sempre uno che dormiva intorno a lui: provò per cento volte, chiuse gli occhi per non veder le sue manine giallastre, e rinunciò soltanto quando cominciò a sentire che qualcuno smetteva di russare, qualcuno che avrebbe potuto alzare la testa e vederlo.
O mio Dio, pensava, che grandissima sfiga mi è capitata! Ogni giorno su e giù per questo paese di merda. L'affanno nella jungla è molto più intenso che alla base, e v'è per giunta questa piaga della fanteria, le preoccupazioni per le imboscate, la nutrizione irregolare e cattiva; le relazioni cogli uomini poi cambiano ad ogni momento e non possono mai diventare durature né cordiali, qui si muore facile. Al diavolo ogni cosa! Sentendo un leggero prurito nella parte più alta del ventre, si spinse lentamente sulla schiena verso una colonnetta della branda per poter alzar meglio il capo: il punto che pizzicava era tutto coperto di puntini neri, di cui non sapeva che pensare; si provò a toccarlo con una mano, ma subito la ritrasse perché al primo contatto lo aveva percorso un brivido.
Così sdrucciolò di nuovo nella posizione di prima: queste levatacce, pensava, istupidiscono completamente. L'uomo deve avere il suo sonno. Gli alti ufficiali vivono come donne in un harem. Quando io, per esempio, durante la mattinata vado all'adunata con l’elmetto già in testa e una rasatura veloce, quegli ufficiali stanno appena facendo colazione. Dovrei provare a farlo io, con il colonnello! Volerei via in un baleno. Chi sa, del resto, potrebbe essere un vantaggio per me! Se non fossi di leva, se fossi un volontario, mi sarei congedato da un pezzo: me ne sarei andato dal colonnello e gli avrei detto il mio parere dal profondo del cuore. Sarebbe sceso allora dalla sua scrivania! Anche quella è una bella invenzione, mettersi dietro una scrivania a parlare dall'alto in basso col sottoposto, il quale poi gli si deve avvicinare sempre di più a causa della sua sordità. Be', ogni speranza non è perduta: una volta che io abbia accoppato abbastanza vietcong e finito il mio anno qui nella jungla – ancora cinque o sei mesi – questo lo farò senz'altro. Allora avverrà il gran distacco. Intanto bisogna che io mi alzi in ogni modo perché l'adunata è alle cinque.


(è stato pubblicato qui, insieme agli altri brani in concorso, quel concorso vinto da carlo dulinizo)

Schegge di Liberazione: deadline!

Avete tempo fino alle 23.59 del giorno 15 Aprile (toh, guarda, è oggi) per la consegna. L'indirizzo è sempre lo stesso: marcomncrd chiocciola gmail punto com. Barabba dice 26 x 1. Ripeto: Barabba dice 26 x 1.

mercoledì 14 aprile 2010

La prima volta

La prima volta che mi son trovato di fronte alle meccaniche sessuali avrò avuto otto o nove anni e ho imparato un verbo nuovo e dei nomi strani. Paolo, per la ricreazione, mi dice che dobbiamo vederci ai campetti, nel pomeriggio. Dal prete? gli domando. No, risponde Paolo, dal prete non possiamo, secondo me, andiamo ai campetti della polisportiva.

Erano tempi che un bambino di otto o nove anni lo lasciavano andare in giro randagio per le strade, con la bici – una bellissima bmx bianca che un anno dopo un bastardo mi ha rubato – su e giù per il paese senza problemi, bastava tornare a casa prima della mamma dal lavoro e tutto andava bene. Allora inforco il mio bolide e raggiungo Paolo al campetto.

Me l'hanno buttato in giardino dalla statale, mi dice Paolo mentre tira fuori dallo zainetto una rivista patinata e colorata come il Grandhotel della nonna, ma con delle persone nude. La sfogliamo tutta, in silenzio. Ci guardiamo e non ridiamo. Ripartiamo dalla prima pagina e la sfogliamo ancora tutta, in silenzio. Ci guardiamo e siamo perplessi.

Quella era la prima volta che vedevo una vagina, aperta, intendo, quella della mamma sotto la doccia non vale. Mi è sembrata brutta, subito, ma profumata, non so perché. Poi c'era quella specie di fotoromanzo, come il Grandhotel della nonna ma coi corpi nudi. C'era quella frase, me la ricordo come se fosse ieri, che diceva: Yvonne avviluppa la sua lingua sulla fava di Yves.

La prima volta che mi son trovato di fronte alle meccaniche sessuali, a otto o nove anni – poi le questioni logistiche, filosofiche, sentimentali e comportamentali sarebbero arrivate dopo, ora c'era solo la meccanica nuda e cruda, cosa si mette dove e cosa si fa come – la prima volta che ho avuto a che fare con la meccanica del sesso ho imparato un verbo nuovo, avviluppare, e dei nomi strani, Yvonne e Yves.

Mica male, come inizio.

(queste cose mi sono ripiombate in testa per via di quel saggio grand'uomo dello splendido quarantenne e quel mattacchione dello Sba. Allora le ho scritte. Scusate se ho turbato la sensibilità di qualcuno.)

lunedì 12 aprile 2010

Biografie essenziali (29)

Rudyard Kipling disdisse l'abbonamento al magazine dal quale lesse la notizia della sua morte. Morì pochissimo tempo dopo.

Biografie essenziali (28)

Silvio D'Arzo era un poeta prestato alla prosa ed era un genio precoce. Purtroppo lo fu anche la sua morte.

Biografie essenziali (27)

Aldo Giurlani, vero nome di Aldo Palazzeschi, quando stava per morire avrà pensato almeno una volta che in un inverosimile aldilà avrebbe reincontrato quello stufoso di Emilio Angelo Carlo Marinetti, vero nome di Filippo Tommaso Marinetti...

domenica 11 aprile 2010

Un mondo

Questi due robini qui, la robina che fa mao e il robetto che fa bao, abbiam capito, la mia signora e il sottoscritto, vivono proprio le loro esistenze minute in funzione nostra. Che strano, però, essere un mondo.

sabato 10 aprile 2010

Due volte al giorno

Percorrere la stessa strada, due volte al giorno, per anni, per andare al lavoro, vedere il susseguirsi delle stagioni sugli alberi, nei prati, le foglie, i boccioli, i frutti, colori che si accendono in primavera, il calor bianco estivo, l'afa e le zanzare, il rosso decadente dell'autunno, i paesaggi azzerati dalla neve, vecchiette che ogni giorno seguono il percorso preciso verso i fornai, la preoccupazione che ti assale quando qualcuna di queste vecchiette non la vedi più, i bambini con le cartelle verso scuola e randagi giocherelloni in vacanza, i corpi al volante che arrancano sul tragitto inverso, i fiori sbocciano e appassiscono, gli incroci calcolati al millesimo di secondo, le curve automatiche, autotrasportatori con le foto di Padre Pio sul retro e lo pseudonimo radioamatoriale sul muso, il mercato nomade di paese in paese, giorno per giorno, furgoncini della pescheria e del salumiere a bloccare il traffico, il lambrusco sulle viti e i trattori verso le cantine, edicole all'apertura e all'ora di chiusura, baristi assonnati la mattina e ipertesi la sera, le file alla fermata dell'autobus, piumini e allergie, il sole nascente da una parte e morente dall'altra, percorrere la stessa strada, due volte al giorno, per anni, per andare al lavoro, incattivisce.

giovedì 8 aprile 2010

Schegge di Liberazione: Esempi d'autore - 2+2=4

Nelle giornate del cinque e del sei, tutta la gran conca mineraria è in potere agli insorti. Le caserme dei Carabinieri, della Guardia Civile e della Guardia d'Assalto sono attaccate e prese. L'offensiva è stata dunque condotta in modo mirabile. Vengono subito, ion ogni centro, costituiti i comitati rivoluzionari e ha innizio il reclutamento dei volontari. Contro le forze del governo sta di fronte una massa a superiorità schiacciante, libera di agire e di manovrare.

Oviedo, città di ottantamila abitanti, non si muove. Il proletariato si limita a proclamare lo sciopero nazionale. La guarnigione, profittando dell'inerzia del proletariato, si organizza con tutta calma alla difesa e si barrica nei principali edifici: fabbrica di armi, caserma di fanteria, cattedrale, Monte di Pietà, Governatorato, caserma di Campoamor. fra fanteria, Carabinieri, Guardie Civili e Guardie d'Assalto, le truppe non sono superiori a 1500 uomini. Il loro morale è scosso dal trionfo dell'insurrezione. Lo si vedrà dai primi scontri di pattuglia e dalla difesa del municipio.

Il Comitato regionale fa scendere a Oviedo cinquemila minatori. Il proletariato della città si unisce a loro.

Gli insorti non dispongono che di un migliaio di fucili, tolti dalle caserme occupate e da alcuni propri depositi clandestini. In compenso, sono abbondantemente muniti di cartucce di gelatina che sanno impiegare con maestria sovrana. Con la gelatina sono stati attaccati e presi il municipio, difeso dalle Guardie d'Assalto di Mieres, principale centro dell'insurrezione; la caserma della Guardia Civile di Turòn, la caserma dei Carabinieri di Mongaia e la fabbrica di Trubia.

Nella fabbrica d'armi di Oviedo vi sono 24.000 fucili e un centinaio di mitragliatrici. Essa è difesa da 150 soldati.

Le munizioni, in quantità ingente, sono custodite nella caserma di fanteria, ove, per ordine del governo, erano state trasportate da alcuni giorni. La caserma è difesa dal grosso della guarnigione: 800 uomini. Gli insorti conoscono tutti questi dati.

Che fanno gli insorti?

Essi stanno sulla difensiva. presi a fucilate dagli edifici ove è barricata la truppa, si arrestano. Si accontentano della presa del municipio, conquistato dopo una breve scaramuccia, ché i difensori ripiegano frettolosamente nella vicina caserma di Campoamor. E attendono, inattivi.

Eppure l'azione offensiva appare così chiara! Impadronirsi della fabbrica d'armi, successivamente attaccare la caserma di fanteria e procurarsi le munizioni, investire in seguito gli altri reparti barricati, e, padroni della città, armare e inquadrare da trentamila a quarantamila minatori, operia e contadini, e ampliare il teatro dell'insurrezione.

(E. Lussu, Teoria dell'Insurrezione, Gwynplaine edizioni, pp. 189-191)

Avete 8 giorni esatti per mandare un racconto, un pamphlet, un'immagine, un fumetto sulla Resistenza. L'indirizzo è sempre lo stesso: marcomncrd chiocciola gmail punto com. Barabba dice 26 X 1.

lunedì 5 aprile 2010

Biografie essenziali (26)

William Shakespeare durante gli "anni perduti" (1585-1592) era in Tibet. Con Brad Pitt. Per il ritorno chiese cuccette separate.

Biografie essenziali (25)

Jerome David Salinger evitò ostinatamente i media per quasi cinquant'anni. Quando è morto è diventato un trending topic su twitter.

Biografie essenziali (24)

Gustave Flaubert non era Madame Bovary. Ma in giro gli piaceva dire il contrario.

sabato 3 aprile 2010

Il nulla

BARABBA (con voce tremante): Il regno dei morti?... Il regno dei morti?... Com'è! Tu che ci sei stato! Dimmi com'è!
IL RESUSCITATO (lo guarda interrogativo come se non avesse ben capito cosa intenda): Com'è?
BARABBA: Sì! Che cos'è! Quel posto dove sei stato!
IL RESUSCITATO (indugia a rispondere, si capisce che non gli piace la veemenza dell'altro): Io non sono stato in nessun posto. Sono solo stato morto. E la morte è il nulla.
BARABBA: Il nulla?
IL RESUSCITATO: E che cosa dovrebbe essere?
BARABBA lo fissa.
IL RESUSCITATO: Pensi che dovrei raccontarti qualcosa sul regno dei morti? Non posso. Il regno dei morti è il nulla. C'è... ma è il nulla.
Pär Lagerkvist, Barabba - Dramma in due atti. Ed. Iperborea pagg. 46-47. Buona Pasqua.

giovedì 1 aprile 2010

Schegge di Liberazione: un gemellaggio veneziano

Riceviamo, aderiamo e pubblichiamo volentieri:

Siamo un'associazione di Venezia, il 25 aprile organizziamo un evento per la festa della Liberazione. Ci piacerebbe che Schegge di Liberazione potesse farne parte, dando spazio ai pezzi che raccogliete, facendo così partecipare al "nostro" racconto della Resistenza anche chi la celebra altrove.

Chi siamo:
Luoghi Comuni, associazione culturale. Da qualche anno proviamo a fare piccole cose nella terraferma veneziana - tra Mestre e Marghera - proponendo occasioni di riqualificazione ad alcuni dei posti urbanisticamente più tristi conosciuti, offrendo alla gioventù di provincia un pretesto per uscire dal disco pub e rendere un po' più vitale il posto in cui vive.

Cosa facciamo il 25
Per la Liberazione stiamo organizzando una giornata in parallelo alle manifestazioni tradizionali dell'ANPI. Utilizzeremo il parco di una Villa nel centro di Mestre (Villa Franchin), faremo musica, balli popolari, spritz a gogo, frizzi e lazzi vari. Il tutto si concluderà con il reading/concerto di RAZZA PARTIGIANA (Wu Ming 2 e altri), ovvero la storia di Giorgio Marincola, partigiano nero e italiano. L'evento è supportato dall'ANPI e si inserisce all'interno di un progetto del Ministero della Gioventù e delle Politiche Giovanili del Comune.

Perché?
Schegge di Liberazione è un'idea che ci piace e vorremmo che fosse apprezzata anche attraverso il nostro "evento". Ci piacerebbe dare spazio ai racconti che state raccogliendo e alle "schegge" già postate nel blog: pensavo che avremmo potuto proiettarle sui muri della villa o farne dei cartelli da disseminare nel parco, in modo da dare presenza a quello che la giornata ricorda. Il tutto avverrebbe, naturalmente, citando voi, la vostra iniziativa e gli autori dei pezzi che sceglieremo.

Ora sapete che fine alternativa faranno i vostri pezzi. Vale il silenzio-assenso, quindi se non volete che le vostre opere partecipino all'iniziativa veneziana - a parte che sareste sgarbatissimi - ditemi qualcosa e le teniamo solo nell'ebook - però, dai, pensa che bello sapere che le proiettano su una villa.

Schegge di Liberazione: tutto revocato

Scherzo, pesce d'aprile.

Avete 15 giorni esatti per mandare un racconto, un pamphlet, un'immagine, un fumetto sulla Resistenza. L'indirizzo è sempre lo stesso: marcomncrd chiocciola gmail punto com. Barabba dice 26 X 1.