sabato 30 gennaio 2010

Pensieri in apnea: una rubrica di giochi, mostri marini e colonne sonore

quarta puntata

Questa settimana sfaterò il mito della piscina come luogo noioso, puramente atletico e un po' autistico. Come in ogni cosa basta un poco di fantasia ed è fatta. Ieri, ad esempio, ero in corsia con una ragazza armata di tavoletta che spruzzava come una cascata, un tizio con le pinne, maschera e boccaglio (non sto scherzando) e altre due signorine incerte sul da farsi. Allora mi sono immaginato in un buon vecchio arcade, tipo Pac-man, un'astronave, o la macchinina rossa da formula uno dei primi videogiochi che deve raggiungere il traguardo, schivare gli ostacoli (la fontana ambulante di Trevi), evitare le altre compagne di sventura e non farsi raggiungere dal mostro (non alzava mai la testa, giuro, avrà fatto un centinaio di vasche contando le piastrelle).
Anche in Sardegna amici mi raccontavano di aver avvistato un mostro simile: respira con branchie ascellari pelose, ha due boccagli al posto delle orecchie, pinne al posto delle mani e dei piedi e una spiccata predisposizione a importunare le donzelle in top-less. Lo chiamano Sciscindor, ma questa forse è un'altra storia...
Sei anni fa, quando avevo fatto un timido tentativo per tornare a fare un po' di moto, ricordo che anch'io, come il pinnuto mascherato, guardavo sempre fisso le piastrelle, poi però mi ero immaginato che il fondale si rompeva, crepato come da una scossa di terremoto, e che sotto c'era dell'altra acqua, tantissima, un'oceano sotto la piscina, e da quest'acqua fuoriusciva uno squalo gigante che cominciava a inseguirmi. Un'allucinazione coi fiocchi, no? Una vera spinta motivazionale.
A proposito di nuotare più forte, ho "scoperto" che, durante il crawl, si va più veloci spingendo il braccio in avanti con tutto il busto. Ti sembra quasi di ballare e ti senti scivolare sul filo dell'acqua ma i tuoi addominali, che siccome non li vedi bene pensi di non averli, invece cominciano subito a ululare e allora cambi stile e li lasci riprendere un pochino dallo shock. E poi per la Danza del Crawl (ormai l'ho ribattezzata così) ci vuole la musica adatta e non so voi ma in questi posti, non si sa il perché, non azzeccano mai due brani di fila. Ti può capitare di saettare tutto felice con "Start Me Up" dei Rolling Stones per poi arenarti a bordo vasca mentre "Smooth Operator" dei Sade ti catapulta negli anni '80 delle tue scuole elementari. Solitamente è elettronicuccia triste e smorta, house senz'anima né coraggio ma con quel minimo di ritmo che ti aiuta a impostare le bracciate, anche se in questo invidio i corridori, con la musica giusta ti senti di poter andare avanti per ore. Anche se a volte il caso riserva sorprese incredibili, che innescano dinamiche sociali da gag: l'altro giorno negli spogliatoi è partita "You're So Vain" di Carly Simon e subito in quattro o cinque ci siam messi a fischiettare come un coro. Nina dice che cose così non capitano tra le donne, credo che forse è per questo che siete voi a mandare avanti la specie...
Personalmente ho una richiesta da fare per migliorare l'atmosfera sonora delle piscine: fatevi consigliare da Perry Farrell.
Una volta sono anche stato con la sorella marchigiana di Perry Farrell, ma anche questa è un'altra storia...
Di nuovo, fatevi consigliare da Perry Farrell. Perry Farrell, coi Jane's Addiction, ha scritto "Ocean Size", l'inno di ogni vero amante dell'acqua, e coi Porno For Pyros ha descritto il sogno di ogni nuotatore solitario:
I don't know if I'll make it home tonight, but I know
I can swim under the Tahitian moon
One last time under the Tahitian moon
Under the Tahitian moon, under the Tahitian moon.

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