giovedì 24 gennaio 2008

Il Rifiuto e il suo Doppio

Cagliari è una città splendida. Ha una grazia tutta barocca nello svolgersi ed avvilupparsi intorno ai suoi 7 colli che credo nemmeno Roma possiede. La sua storia affonda nei millenni e conosce innumerevoli dominazioni ed altrettante rivolte. Non a caso il vecchio stadio di calcio, prima di San Gigi Riva, fautore dell’unico scudetto vinto dal Cagliari (finora), era chiamato Amsicora, dal nome di un nobile sardo che si ribellò alla Roma repubblicana. Forse la fierezza sarda nasce anche da qui. Ancora oggi è fornita del porto più bello ed accogliente del Mediterraneo, forse d’Europa. E, come nei romanzi di Conrad e Salgari, proprio dal mare arrivano ancora oggi i problemi. In merito alla situazione attuale abbiamo un precedente storico, riportato da un poeta,teorico e teatrante finito in manicomio durante la seconda guerra mondiale.Una notte del 1720 il primo viceré piemontese dell’isola, il generale Filippo Guglielmo Pallavicino, barone di Saint Remy, ebbe un incubo spaventoso. Sognò che una nave carica di scheletri e mostri si stava avvicinando alla città. L’incubo fu così vivido e terrificante che il barone si svegliò di soprassalto ed ordinò la chiusura immediata del porto. Solo una nave proveniente dalle coste africane stava per attraccare e fu ricacciata. La nave proseguì verso Marsiglia, la sua destinazione finale, portando con se il suo carico di morti ed appestati nascosti nella stiva. La peste nera imperversò nella città francese per due anni mentre a Cagliari, in onore del viceré, nel secolo successivo verrà edificato il Bastione di Saint Remy. In questi giorni la vicenda si è ripetuta ma con esiti obliquamente opposti e simmetrici. La disponibilità mostrata dal presidente della regione Renato Soru nell’accogliere alcune navi cariche di rifiuti campani ha provocato assurde proteste da parte di esponenti politici destrorsi, tramutatisi per l’occasione in ambientalisti ad oltranza dimenticando che la loro regione esporta 470mila tonnellate di rifiuti tossici all’anno smaltite da altre regioni italiane, ed inquietanti cortei verso la casa del governatore, chiara dimostrazione che lo squadrismo e le logiche del branco sono ancora ben vivi nella memoria e nella prassi dei moderati fascisti. Dopo la notte di scontri avvenuta tra simil-ultras e forze dell'ordine dell’undici gennaio, le indagini cominciano a mostrare un robusto filo nero che attorciglia alcuni pseudoultrà del Cagliari e politicanti "conservatori", persino tramite mera pecunia. Personalmente non auguro il carcere a nessuno ma è opportuno constatare che la timida ipotesi, sempre fortemente rinnegata, di salde connivenze tra tifoserie a passo d'oca e parlamentari dal saluto romano è divenuta, almeno in Sardegna, lampante verità. Ma di questo pochi ne parlano, forse perché è banale quotidianità… Infine, come nelle migliori tragicommedie, le squadre di calcio dei due capoluoghi di regione questa domenica s’incontreranno allo stadio Sant’Elia di Cagliari ed il prefetto ha già disposto che la curva degli ospiti partenopei rimanga vuota. Subito dopo la guerriglia urbana gli Sconvolts, tifoseria del Cagliari subito accusata, hanno negato qualsiasi coinvolgimento e sono numerosi i cagliaritani che incontro ogni anno ai mondiali antirazzisti di Montecchio. Ed ogni volta che conosco uno di loro mi viene in mente il murales gigante con la scritta "Sconvolts" che accoglie i viaggiatori all’ingresso del porto. Mi piace pensare che questa è l’unica associazione mentale che spero di fare anche in futuro.

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